Il successore dell’OLED? È in arrivo una nuova era di display più economici e migliori

Qualche anno fa, tutti cercavano pannelli IPS per tutti i loro dispositivi, perché superavano i pannelli TN in ogni categoria. Ora tutti cercano pannelli OLED, grazie ai loro colori intensi e vibranti, ai neri profondi, all’elevato contrasto e, in generale, alla migliore tecnologia disponibile.

Abbiamo quindi superato l’era IPS e siamo entrati nell’era OLED.

L’OLED è diventato mainstream e questo è un dato di fatto, dato che sempre più televisori, telefoni, tablet e computer portatili sono dotati di schermi così luminosi e vibranti.

Tuttavia, le cose stanno cambiando: persino Sony sta abbandonando l’OLED a favore del Mini LED per il suo nuovo display di punta BRAVIA. Ciò è avvenuto per diversi motivi:

Il primo e più importante è che il MiniLED può raggiungere una luminosità complessiva più elevata, fino a 3000 nits, pari a circa 2 o 3 volte la luminosità di picco dei pannelli OLED, che è molto necessaria per ottenere immagini realistiche. Ecco una semplice scena della vita reale:

Vedete? Anche 3000 nits non sono sufficienti!

Inoltre, i pannelli MiniLED possono avvicinarsi molto al “gioco del local dimming”, con un numero sempre maggiore di mini zone che possono essere regolate dinamicamente. In sostanza, si ottiene lo stesso colore nero profondo.

Inoltre, i pannelli MiniLED non soffrono di burn-in, il che è importante per la longevità.

Inoltre, il MiniLED è più economico da produrre rispetto all’OLED, quindi le aziende risparmiano denaro passando al MiniLED dall’OLED.

M1 iPad Pro (Mini LED) a sinistra / HP Pavilion Plus 14-ey0000 a destra
Credito: u/7370657A

Ora tutti guardano al futuro e al nuovo apice della tecnologia dei display. Uno dei candidati è il QDEL, chiamato anche NanoLED, oltre a molti altri nomi.

QDEL – Che cos’è e quando sarà disponibile

QDEL è l’abbreviazione di quantum dot electroluminescent. Tradotto in linguaggio umano, si tratta di un punto quantico che può illuminarsi da solo, senza bisogno di una retroilluminazione. In questo modo si elimina un ulteriore strato nella produzione dei display, con costi di produzione più bassi e pannelli più sottili ed efficienti. I costi si riducono ulteriormente perché il processo di produzione del QDEL è piuttosto simile a quello dei display LCD-LED, per cui non c’è bisogno di trovare un nuovo processo e costruirlo da zero.

Un tipico pannello QDEL è costituito da uno strato catodico e uno anodico, con in mezzo uno strato di pixel a punti quantici.

Ogni pixel ha tre sottopixel, uno blu, uno rosso e uno verde (avete capito dove vogliamo arrivare). Quando l’elettricità passa attraverso i punti quantici, questi illuminano i tre subpixel in modo particolare, a seconda del colore da visualizzare. Moltiplicando il tutto per qualche milione, si ottiene un intero display.

Poiché i pixel QDEL producono luce propria, possono essere spenti, offrendo così gli stessi colori neri profondi e lo stesso contrasto infinito degli OLED.

Utilizzando direttamente i pixel a punti quantici, le società di ricerca NanoLED ritengono che sia possibile raggiungere gamme di colori ancora più ampie e una maggiore precisione cromatica. Poiché i pixel sono inorganici, anziché i diodi organici degli schermi OLED, la longevità dovrebbe essere migliore una volta che tutto sarà stato risolto (addio burn-in OLED).

I produttori adottano molte misure contro il burn-in, ma molti utenti di OLED segnalano ancora problemi di questo tipo.

Per quanto riguarda le sfide prima del QDEL, la ricerca di materiali adeguati è una delle principali. Ad esempio, i punti quantici blu e verdi si consumano abbastanza rapidamente, con una conseguente riduzione della durata complessiva. Trovare nuovi composti per i punti quantici richiederà attività di ricerca e sviluppo, oltre a numerosi tentativi ed errori; tuttavia, più aziende investiranno nella ricerca, più alta sarà la possibilità di trovare tali composti e di portare gli schermi QDEL nelle nostre case.

Il principale avversario del QDEL è il MicroLED, che al momento è molto costoso. Il MicroLED ha già lo stesso rapporto di contrasto dell’OLED, che è di circa 1.000.000:1. Inoltre, ha il vantaggio di essere circa 30 volte più luminoso. Si possono solo immaginare i vantaggi dell’HDR che potremo ottenere utilizzando i pannelli MicroLED, una volta che saranno più facili da produrre e più facilmente disponibili. Per rendere un’immagine veramente realistica con l’HDR sono necessari circa 20-30 mila nit di luminosità.

Nelle immagini qui sotto potete vedere come il local dimming e la visualizzazione ad alta luminosità possono elevare la qualità dell’HDR e portare un’esperienza realistica direttamente sullo schermo.

Immaginate Indiana Jones che cammina in un tempio buio alla ricerca del suo prossimo artefatto. Accende una torcia che trova nelle vicinanze. La scena può essere ancora molto scura con le zone di oscuramento locale che pompano solo pochi nits di luminanza, mentre la torcia infuocata può essere luminosa fino a 10.000 nits, come una vera torcia. Sarà come se si stesse esplorando il tempio.

Con l’attuale tecnologia mainstream, non è possibile trovare una sorgente luminosa da 10.000 nit in nessun display. Tuttavia, con i giusti progressi, il QDEL può diventare la nuova tecnologia di punta per i display.

I nostri colleghi di LM Labs probabilmente non vedono l’ora di testare questa nuova tecnologia; nel frattempo, potete leggere di più su ciò che fanno, ovvero migliorare gli schermi dei laptop (e dei monitor, se è per questo) con i nostri Display Profiles.

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